MA VECCHIO A CHI?
Pubblicato da Gianfranco Iovino in BLOG di Gianfranco Iovino · Venerdì 10 Ott 2025 · 2:45
Tags: BLOG, DI, GIANFRANCO, IOVINO
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Avete fatto mai caso che per gli amici di vecchia data sembra che gli anni non passino mai, o scorrano molto lentamente?
A me succede spesso, quando incrocio gli amici d’infanzia, di non soffermarmi troppo sull’età che segna viso e movimenti del corpo, forse perché non voglio vederli (e saperli) invecchiati, in quanto sarebbe accettare che anche io sto diventando anziano?
Chissà, forse è proprio questo il segreto della vita serena: non lasciarsi intristire dal “tempo che scorre”, e si deposita alle nostre spalle, ma di come lo abbiamo reso unico e prezioso, vivendolo in maniera totale, ancorandoci ad immagini, ricordi forti e persone che hanno contribuito alla nostra crescita e l’intesa perfetta tra corpo, spirito e pensiero.
Ma poi, alla fin fine, quand’è che ci sentiamo davvero VECCHI dentro e fuori?
Ricordo che da ragazzo ritenevo ANZIANI i miei genitori e gli zii che avevano compiuto da poco i sessant’anni, mentre oggi (visto che sono direttamente interessato) la ritengo un’età nella quale c’è ancora spazio per sentirsi GIOVANI, almeno dentro.
Del resto, attingendo dall’inesauribile fonte del WEB, ho letto che uno studio della Columbia University pubblicato nel 2025 conferma che i 70enni di oggi sono i 60enni di ieri, e la Società Italiana di Gerontologia è saputa andare anche oltre, spostando l’inizio della terza età a 75 anni (e non da adesso, ma da un bel po’) a conferma che anziani si diventa sempre più da vecchi.
La famigerata TERZA ETA’ credo sia soltanto una convenzione anacronistica, che non ha nulla di riscontrabile con la realtà biologica, e questo lo capisci quanto ti avvicini sempre più all’età da VECCHIO, ma rifiuti di considerare che è iniziato per te il countdown, o che la parte più entusiasmante della vita sia già alle spalle, ostinandoti con caparbietà a riempire i giorni di progetti, sogni, ambizioni, aspettative e speranze che non permettano di invecchiare tanto facilmente.
Viviamo un’era sociale dove l’avanzare dei giorni sul calendario della vita viene spesso associato al declino di mente e corpo, creando una discriminazione basata esclusivamente sull’età, chiamata AGEISMO, che ha la presunzione di farsi assorbire in maniera subdola in noi, al punto da interiorizzarla e sentirsi vecchi più per la Società che per sé stessi.
Chiudo, riportandovi una bella citazione tratta dal film IMMATURI, che chiude perfettamente il mio pensieroBLOG: “Avete notato che gli amici di infanzia non sembrano mai invecchiare? È come se la prima immagine che registriamo rimanesse impressa per sempre nella nostra memoria. Come se il nostro cervello si affezionasse a quel primo ricordo decidendo di non aggiornarlo più, proteggendolo dalla polvere, rimuovendo i graffi, forse perché fermando il loro tempo abbiamo l'illusione di fermare anche il nostro.”
A me succede spesso, quando incrocio gli amici d’infanzia, di non soffermarmi troppo sull’età che segna viso e movimenti del corpo, forse perché non voglio vederli (e saperli) invecchiati, in quanto sarebbe accettare che anche io sto diventando anziano?
Chissà, forse è proprio questo il segreto della vita serena: non lasciarsi intristire dal “tempo che scorre”, e si deposita alle nostre spalle, ma di come lo abbiamo reso unico e prezioso, vivendolo in maniera totale, ancorandoci ad immagini, ricordi forti e persone che hanno contribuito alla nostra crescita e l’intesa perfetta tra corpo, spirito e pensiero.
Ma poi, alla fin fine, quand’è che ci sentiamo davvero VECCHI dentro e fuori?
Ricordo che da ragazzo ritenevo ANZIANI i miei genitori e gli zii che avevano compiuto da poco i sessant’anni, mentre oggi (visto che sono direttamente interessato) la ritengo un’età nella quale c’è ancora spazio per sentirsi GIOVANI, almeno dentro.
Del resto, attingendo dall’inesauribile fonte del WEB, ho letto che uno studio della Columbia University pubblicato nel 2025 conferma che i 70enni di oggi sono i 60enni di ieri, e la Società Italiana di Gerontologia è saputa andare anche oltre, spostando l’inizio della terza età a 75 anni (e non da adesso, ma da un bel po’) a conferma che anziani si diventa sempre più da vecchi.
La famigerata TERZA ETA’ credo sia soltanto una convenzione anacronistica, che non ha nulla di riscontrabile con la realtà biologica, e questo lo capisci quanto ti avvicini sempre più all’età da VECCHIO, ma rifiuti di considerare che è iniziato per te il countdown, o che la parte più entusiasmante della vita sia già alle spalle, ostinandoti con caparbietà a riempire i giorni di progetti, sogni, ambizioni, aspettative e speranze che non permettano di invecchiare tanto facilmente.
Viviamo un’era sociale dove l’avanzare dei giorni sul calendario della vita viene spesso associato al declino di mente e corpo, creando una discriminazione basata esclusivamente sull’età, chiamata AGEISMO, che ha la presunzione di farsi assorbire in maniera subdola in noi, al punto da interiorizzarla e sentirsi vecchi più per la Società che per sé stessi.
Chiudo, riportandovi una bella citazione tratta dal film IMMATURI, che chiude perfettamente il mio pensieroBLOG: “Avete notato che gli amici di infanzia non sembrano mai invecchiare? È come se la prima immagine che registriamo rimanesse impressa per sempre nella nostra memoria. Come se il nostro cervello si affezionasse a quel primo ricordo decidendo di non aggiornarlo più, proteggendolo dalla polvere, rimuovendo i graffi, forse perché fermando il loro tempo abbiamo l'illusione di fermare anche il nostro.”
Saper invecchiare è il capolavoro della sapienza…
ed è uno dei più difficili capitoli della grande arte di vivere.
(Henri Amiel)
ed è uno dei più difficili capitoli della grande arte di vivere.
(Henri Amiel)