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DONNA... E' TUA LA COLPA?
Gianfranco Iovino
Pubblicato da Gianfranco Iovino in BLOG di Gianfranco Iovino · Giovedì 07 Ago 2025 · Tempo di lettura 2:45
Tags: BLOGDIGIANFRANCOIOVINO
La notizia da cui parte il mio pensieroBLOG si concentra su una previsione: entro il 2030 quasi la metà delle donne tra i 25 e i 44 anni sarà single e senza figli.
A rivelarlo è un report della Morgan Stanley (importantissima società di investimenti globale), pubblicato nel testo “The Rise of the SHEconomy” datato 2019, che fa riflettere su quello che si prospetta essere un vero e proprio cambiamento epocale, che partendo da alcuni punti focali, come l’indipendenza economica, le scelte professionali e i nuovi modelli di vita da emulare, portano a considerare che il domani vedrà sempre più donne single e sempre meno madri.
Parrebbe non essere conseguenza di un rifiuto al matrimonio o della maternità da parte del sesso femminile giovane, ma piuttosto una ridefinizione delle priorità, dove al centro di ogni progetto c’è l’autonomia e la libertà delle proprie scelte, non più condizionate da preconcetti vetusti e primitivi.
Chiaramente le previsioni si lasciano commentare da ogni fronte ed aprono un dibattito interessantissimo su una moltitudine di ipotesi, tra quanti credono che la tendenza è frutto di una nuova moda esistenziale, mentre altri la ritengono una sorta di rivoluzione al femminile, e qualcuno la intende come proiezione verso una società sempre più moderna a rompere le tradizioni, fino a dare spazio ai meno ipotetici che sostengono non sia una scelta libera, ma una condizione obbligata (soprattutto per instabilità lavorativa ed economica).

Io, senza troppi allarmismi e previsioni da futuro catastrofico, credo sia una condizione naturale e inevitabile, che riguarda l’evoluzione della specie e della società civile, dove l’ingresso alla “vita adulta” richiede sempre più tempo (studi, lavoro, relazione stabile, casa propria) e quello della donna si sta adeguando a questi nuovi obiettivi, visto che il “sesso debole” oggi è sempre più protagonista nel mondo del lavoro, come in quello privato e sociale, cancellando dalla società di natura patriarcale, in cui l’uomo è il capofamiglia e la donna il completamento della sua missione da maschio, la convinzione di poter esercitare ancore per secoli certe inadeguate sudditanze, perché alla DONNA va riservato il ruolo che le compete, non più confinata ai compiti di cura della casa e famiglia, ma protagonista assoluta della propria volontà, indipendenza e ambizione.

Voglio concludere con una precisazione, che sa molto di monito, da riservare a quanti non sono d’accordo con me sull’idea che la difficoltà ad affrontare e sostenere la maternità in età giovanile sia una conseguenza legittima e inevitabile dei tempi attuali, invitandoli a smetterla di ipotizzare che la crisi della denatalità sia colpa esclusiva delle donne, sempre più determinate a raggiungere una propria indipendenza e libertà di azione e pensiero, attraverso scelte che le allontana dal bisogno (e il desiderio innato) di diventare madri, perché mettere al mondo figli in una precaria e instabile condizione economica-sociale e comportamentale è da incoscienti, oltre che immaturi.

Non esiste un LIMITE perché una donna non possa sapersi madre
ma un TEMPO opportuno perché si senta pronta ad esserlo






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