GIUSTIZIA SENZA ETA'
Pubblicato da Gianfranco Iovino in BLOG di Gianfranco Iovino · Mercoledì 30 Apr 2025 · 2:30
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Non voglio soffermarmi sulla sentenza giudiziaria (che ritengo di mio ingiusta e poco obiettiva) ma sulla motivazione per la quale è stata comminata una pena considerando il concetto che: “1 anno di galera per un giovane ha un valore e un impatto emozionale diverso da quello inflitto ad una persona anziana”.
Che non sia assolutamente d’accordo su questa valutazione è fuori dubbio, soprattutto se lo affibbio ai fatti accaduti, dove un ragazzo è stato ucciso con un colpo di pistola perché aveva sporcato le scarpe ad un suo coetaneo che, invece di meritarsi un “fine pena mai” per aver spento vita e speranza ad un diciannovenne, beneficia di una riduzione del terzo della pena perché ha accettato il rito abbreviato ammettendo di aver commesso l’omicidio e in più, solo perché è un adolescente con tutta una vita davanti a sé, gli si sommano “solamente” 18 anni e qualche mese di carcere, così da accontentare un po’ tutti… TRANNE chi il figlio se l’è visto portare via da un delitto efferato e non c’è tempo, data o durata nel futuro per poterlo un giorno riabbracciare a sé, perché nessuno lo riporterà in vita.
Desideroso di approfondire la questione, mi sono imbattuto su un sito che riporta questo virgolettato qui: “Era il 1988 quando fu approvato il codice di procedura per minorenni, ispirato a principi di ragionevolezza, adeguatezza alla età in formazione dei ragazzi sotto processo, minimizzazione dell’impatto penale e carcerario, contrasto alla stigmatizzazione del processo e della condanna. Ogni ragazzo o giovane è una vita in evoluzione che non ha ancora portato a compimento il suo percorso di maturazione e responsabilizzazione. Il carcere fa male a chi lo subisce. Fa male come esperienza in sé. Crea dolore. È una pena. E può costituire un ostacolo alle successive tappe di vita in quanto inchioda, a volta anche per sempre, una persona a un momento della vita.”
Sembra che calzi perfettamente a supportare e giustificare la pena inflitta, ma non credo che tutti siano d’accordo su questa ipotesi perché un crimine, soprattutto se di omicidio e compiuto da chi ne ha già collezionati già altri di piccoli e medi reati, non può essere (a mio modo di pensare) giudicato in ragione ad un’ammissione di responsabilità, godere di una riduzione di pena per l’età giovane e basare la valutazione sul giusto tempo di reclusione da infliggergli considerando che ha ancora da vivere UNA VITA, e consentirgli di redimersi ed essere educato a vivere un futuro da uomo libero, legalizzando un principio (per me) poco sensato: LA GIUSTIZIA NON E’ UGUALE PER TUTTI… MA CAMBIA IN BASE ALL’ETA’!
Per chi vuole approfondire il caso, riporto un approfondimento: