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I NOSTRI FIGLI DI DOMANI...
Gianfranco Iovino
Pubblicato da Gianfranco Iovino in BLOG di Gianfranco Iovino · Giovedì 03 Apr 2025 · Tempo di lettura 2:45
Tags: BLOGDIGIANFRANCOIOVINO
Molta risonanza mediatica sta registrando una “notizia” che riguarda da molto vicino la nostra bella Italia, che viene prospettata sempre più anziana, e richiama l’attenzione sulla necessità di fare più FIGLI, in quanto il fenomeno della “denatalità” conferma una tendenza sempre più oscillante verso il basso e vede le nostre giovani famiglie che non si spingono oltre l’1,18 figli per donna, che si traduce a numero in: 370mila nuovi nati nel 2024 a fronte dei circa 651 mila decessi nello stesso anno.
Non servono grandi calcoli matematici per comprendere che il disavanzo è notevole, del tipo: si muore quasi due volte più di quanto si nasce, che porterà inevitabilmente il nostro Paese a essere frequentato solo da VECCHI nel giro di una cinquantina d’anni.
Sono lontani i record del periodo denominato “Baby Boom” (1946-1964) dove si mettevano al mondo figli pieni di buona speranza, arrivando ad un picco di 526.000 nascite all’anno. Indubbiamente, bei tempi quelli lì, e cercare risposte sui motivi di questa clamorosa ristrettezza di nascite non è per niente facile quando ad incidere sono troppi fattori, quali: l’incertezza sul futuro, la condizione socio-economica delle giovani coppie e l’impossibilità a traguardarsi ad obiettivi lontani per l’insicurezza verso una “normalità”, continuamente minacciata di essere spazzata via da una bomba.
Girovagando su Internet a caccia di risposte su questo calo delle nascite, troverete come responso un denominatore comune: “è in parte causato dai mutamenti strutturali della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra 15 e 49 anni. In questa fascia di popolazione le donne sono infatti meno numerose di un tempo.”
È chiaro che non può soddisfarmi questa motivazione, e mi danno credito le tante testimonianze lette sull’impossibilità di “mettere al mondo figli” in un periodo così incerto, se rapportato alla propria condizione sociale e reddituale, oltre che alle preoccupazioni su un futuro sempre meno certo, che limitano spesso ad averne UNO soltanto di figlio, con la speranza che il suo futuro sia meno dubbioso di quello in cui ci stiamo facendo “vecchi” noi adulti.
Io credo che la soluzione sia soltanto una: “fermare TUTTE le guerre“: dalle religiose alle politiche, dall’economiche a quelle di razza, e pretendiamo incentivi economici e sussidi statali alle giovani coppie, spronandoli a fare figli per costruire corposi nuclei familiari che ci fanno emozionare il cuore nell’ascoltare voci a festa di bambini nei cortili, perché è di quello ha bisogno il nostro futuro: VOCI FESTANTI DI BAMBINI A RINCORRERE I PROPRI SOGNI!

Chiudo con un commento alla foto che ho allegato, che mi piace abbinarla alla bella speranza di immaginare questo bambino, che nel cingolo di un carrarmato trova lo spigolo giusto e più opportuno per fare la pipì, perché la GUERRA è finita… in ogni posto del mondo, e non fa più paura e non cancella più speranze e futuro ai nostri figli del domani!


La guerra è quella lezione di storia che non abbiamo ancora imparato…
(Anonimo)







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