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TI RIABBRACCERO’… ANCORA, ancora e ancora!
Gianfranco Iovino
Pubblicato da Gianfranco Iovino in BLOG di Gianfranco Iovino · Giovedì 02 Giu 2022
Parto dalla descrizione del sostantivo maschile protagonista di qeusto mio nuovo pensieroBLOG:“è una dimostrazione di affetto, consistente nell’accogliere o attrarre l’altra persona fra le proprie braccia; talvolta connessa a cerimonie, rituali, saluti, tradizioni o dimostrazioni di intesa e riconoscenza.
E fin qui tutto bene. Ma se invece mi concentro su cosa non possiamo esternare o ricevere senza questo semplice gesto, chiamato abbraccio, perché consigliato di evitare per non incorrere in rischi, tutto si complica, perché è difficile dimostrare affetto, un saluto, una riconoscenza e stima senza l’ausilio di una reciproca stretta di braccia.
È indubbio che faccia male non poterlo fare, ‘perché rende incompleti e diventa fin troppo doloroso non potersi unire in una stretta di braccia, se quel gesto è ritenuto azzardato e pericoloso di questi tempi, e si preferisce evitare e restare “protetti” dietro ad una frase sul cellulare o al PC, o una voce che si confonde perché troppo distante da noi.
Qualcuno potrebbe dirmi che sto esagerando nel sottolineare questa privazione, poco incline ad essere dimostrata sempre, comunque e in ogni parte del Paese, ma a me (di sicuro) mette disagio e imbarazzo non poterla manifestare, e l’idea di dover restare distanti, pur di non incorrere nell’impaccio del non potersi unire in una stretta dispiace e amareggia, se consideriamo che ci viene vietato  il “primo gesto” che impariamo a fare ed apprezzare quando, appena nati, ci adagiano sul ventre di nostra madre per il primo grande contatto con la VITA!
La mia osservazione nasce sia dalla troppa astinenza di questo gesto così spontaneo, quanto mai protettivo e naturale, ma anche dall’approssimarsi della giornata mondiale dell’abbraccio; la National Hugging Day che si celebra il 21 gennaio in ogni parte del mondo, e che già da 2 gli anni non lo possiamo festeggiare se non con il pensiero, sperando che venga presto il giorno in cui tutto sarà tornato al passato, riappropriandoci di consuetudini normalissime, come stringere una mano… baciarsi sul viso in un saluto o accogliere in un grande abbraccio qualcuno a cui poter sussurrare: “che emozione tornare a unirsi con una stretta sul cuore.”

In questo momento ho bisogno di un’unica cosa: un abbraccio; un gesto antico quanto l’umanità
Paolo Coelho







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