abbracciarsi... ANCORA
Sapete cosa, più di ogni altra, mi spaventa del post-COVID (che spero arrivi prestissimo)?
Il rischio di disabituarsi a certi atteggiamenti che oggi sono vietati, e il non poterli esternare ci sta assuefacendo all’ipotesi che non li sapremo più replicare, specialmente in modo naturale e spontaneo.
Sto parlandovi dell’ABBRACCIO, gesto tanto sintetico quanto avvolgente, che riesce a sintetizzare in maniera perfetta il piacere assoluto contenuto in una stretta, che quanto più forte e lunga si manifesta, tanto più ci fa comprendere l’importanza che viene destinata a quell’espansione di gesto.
Già adesso, e non so se succede anche a voi, nel guardare certe pubblicità in TV, con abbracci e baci stravolgenti, un po’ mi turba, perché inconsciamente qualcosa dentro mi allarma e inqueta, ritenendo quel gesto incosciente, quando invece noi ci siamo da sempre protetti, stretti, avvinghiati, avvolti e salutati grazie ad un’unione di strette al cuore.
L’abbraccio, come suggerisce wikipedia, è una delle forme di effusione più diffuse fra gli umani, insieme al bacio, anche se lo stringersi è considerata un’espressione più utilizzata per mostrare affetto, tant’è che nella maggior parte delle società e culture viene indifferentemente praticato sia tra familiari che amici e, a volte conoscenti, senza limitazioni di sesso ed età, tanto in pubblico come in privato, senza alcuna forma di stigmatizzazione o riprovazione sociale.
Una descrizione “sui generis” perfetta, direi, che fino al Marzo del 2020 sembrava finanche superflua da dettagliare, per quanto fosse nel nostro più normale ed inevitabile abitudinario collettivo esternare gli abbracci, intesi come naturali gesti per dimostrare sincerità, affetto, gioia, amore e stima, od anche confortare e proteggere, e che oggi sembra maledettamente inopportuno replicarlo, quando un sorriso, un bacio o quel dirsi sottovoce “ti voglio bene” può contagiarci a morte!
Io spero davvero che si arrivi prestissimo ad un rimedio che debelli questo spietato nemico, che prosegue la sua corsa allo sterminio e ci obbliga a difenderci chiusi in casa, in attesa di un vaccino che possa liberarci dalla pandemia, e ci permetta di riappropriarci di spazi, abitudini, sorrisi e ABBRACCI… nei quali stringersi cuore a cuore, senza più paura!
Sto parlandovi dell’ABBRACCIO, gesto tanto sintetico quanto avvolgente, che riesce a sintetizzare in maniera perfetta il piacere assoluto contenuto in una stretta, che quanto più forte e lunga si manifesta, tanto più ci fa comprendere l’importanza che viene destinata a quell’espansione di gesto.
Già adesso, e non so se succede anche a voi, nel guardare certe pubblicità in TV, con abbracci e baci stravolgenti, un po’ mi turba, perché inconsciamente qualcosa dentro mi allarma e inqueta, ritenendo quel gesto incosciente, quando invece noi ci siamo da sempre protetti, stretti, avvinghiati, avvolti e salutati grazie ad un’unione di strette al cuore.
L’abbraccio, come suggerisce wikipedia, è una delle forme di effusione più diffuse fra gli umani, insieme al bacio, anche se lo stringersi è considerata un’espressione più utilizzata per mostrare affetto, tant’è che nella maggior parte delle società e culture viene indifferentemente praticato sia tra familiari che amici e, a volte conoscenti, senza limitazioni di sesso ed età, tanto in pubblico come in privato, senza alcuna forma di stigmatizzazione o riprovazione sociale.
Una descrizione “sui generis” perfetta, direi, che fino al Marzo del 2020 sembrava finanche superflua da dettagliare, per quanto fosse nel nostro più normale ed inevitabile abitudinario collettivo esternare gli abbracci, intesi come naturali gesti per dimostrare sincerità, affetto, gioia, amore e stima, od anche confortare e proteggere, e che oggi sembra maledettamente inopportuno replicarlo, quando un sorriso, un bacio o quel dirsi sottovoce “ti voglio bene” può contagiarci a morte!
Io spero davvero che si arrivi prestissimo ad un rimedio che debelli questo spietato nemico, che prosegue la sua corsa allo sterminio e ci obbliga a difenderci chiusi in casa, in attesa di un vaccino che possa liberarci dalla pandemia, e ci permetta di riappropriarci di spazi, abitudini, sorrisi e ABBRACCI… nei quali stringersi cuore a cuore, senza più paura!
Chiudo riportando una bella frase che prendo in prestito da uno dei miei libri, quando il protagonista guardando negli occhi la donna davanti a sé, le sussurra in un fremito di fiato: «ecco, questo è il posto più incredibile e sicuro nel quale vorrei stare sempre», e strinse forte a sé sua madre.