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HIKIKOMORI un NO alla vita!
Gianfranco Iovino
Pubblicato da Gianfranco Iovino in BLOG di Gianfranco Iovino · Martedì 25 Feb 2025 ·  3:00
Tags: BLOGDIGIANFRANCOIOVINO
Avendo scritto un libro con tema il bullismo mi è stata data l’opportunità di parlarne lungamente, sia negli incontri con i lettori che soprattutto agli studenti, quelli adolescenti che vivono il fenomeno in maniera molto diretta e, ahimè, spesso negativa.
Il bullismo, si sa, miete vittime incessantemente perché si fa forte della debolezza altrui da parte di chi lo subisce, oltre che della complicità di chi non lo condanna, lo respinge o, per meglio dire: non lo denuncia.
Le conseguenze di questa prevaricazione vessatoria sapete cosa porta il più delle volte? All’isolamento del soggetto vittima di queste violenze perpetrate sulla propria persona, e andando a caccia di risposte e curiosità, mi sono imbattuto in questo termine giapponese: HIKIKOMORI, che vuol dire “stare in disparte, ritirarsi” e la cosa che mi ha sconvolto è data dalla diffusione sempre maggiore di questa manifestazione da parte degli adolescenti (e non) tra i 14 e 30 anni, che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, senza nutrire bisogni o necessità del contatto con il mondo esterno.
I soggetti hikikomori nonostante palesino questo disagio alla socialità principalmente durante l’adolescenza, possono essere colpiti dalla cronicità del malessere che può estendersi e perdurare tutta la vita. In Italia, soprattutto a seguito della pandemia che ha estremizzato il problema, l’attenzione nei confronti del fenomeno sta aumentando e secondo un dato rilevato da Cnr-Irpps, gli adolescenti isolati che si limitano a frequentare la scuola e non incontrano i propri amici, preferendo chiudersi in casa, sono raddoppiati passando dal 5.9% al 9.7% dal 2019 al 2022 (che si traduce in una stima che passa da 50 a 100 mila ragazzi) e, attenzione, spesso sono ragazzi estremamente intelligenti, con elevato QI, con carattere introverso e introspettivo, sensibili e inibiti socialmente, che si convincono di stare meglio se da soli e lontano da tutti.

Approfondendo, si scopre che il problema è molto ampio e spesso è una diretta conseguenza della dipendenza da Internet, in quanto i Social contribuiscono ad aumentare l’ansia sociale, perché ci si scontra con modelli troppo diversi d fronte ai quali ci si sente inadeguati e oppressi, con conseguenza che frustrano e deprimono clamorosamente, trasformando l’inadeguatezza verso sé stessi in un disagio esistenziale sempre più marcato, che inizia con un allontanamento volontario dalla frequentazione degli amici per poi trasformarsi in rinuncia alle uscite, allo sport e infine anche alla scuola.
Purtroppo, il dato davvero preoccupante è che questi Hikikomori non cercano aiuto e le uniche risorse che possono essere d’aiuto sono l’insegnante (quando ancora si va a scuola) e i genitori, quelli intraprendenti, che riescono ad entrare in quei malesseri vitali con un atteggiamento empatico che porti all’alleanza per vincere il disagio adattivo sociale che ristagna tra mente e cuore e porta a imprigionare tra quattro mura la vita!
Fenomeno preoccupante, indubbiamente, che va attenzionato scrupolosamente, e che deve far scattare l’allarme in quei genitori che non sanno spiegarsi gli atteggiamenti rinunciatari e introversi dei propri figli, ricorrendo ad aiuti e approfondimenti, come questo sito che riporto dal quale si può partire:  https://www.hikikomoriitalia.it/

In conclusione mi sento di esprimere una considerazione a voce alta: “è maledettamente complicato essere genitori attenti, premurosi e coscienziosi… come lo è l’essere figli compresi, aiutati… e capiti!








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