LO PRENDO IO... MA LO ACCOGLI TU
E mentre ci si litiga sui destini di un attracco in chissà quale porto, tra politici inflessibili e Capi di Stato arroganti, succede che si continua ad incrementare il numero di morti innocenti che per fame, sete e freddo, nello scappare da terre umiliate dalla violenza e la povertà, trovano una porta invisibile sul mare che si apre e li inghiotte, rubandosi tutto il loro fiato e coraggio, restituendoci, in cambio, solo dolore e pietà.
Mi rendo conto che quasi non fa più scalpore “morire nel mare”, da relegare il tutto ad una delle ultime notizie del telegiornale, con lo scopo di abituarci all’idea che certi spaventosi numeri catastrofici sono un dazio inevitabile da pagare, per chi scappa dalla propria terra, incoscienti a sfidare il destino, quando non sai cosa vuol dire provare a restare a galla, quando il mare lo hai visto per la prima volta solo quando sei partito in un guscio di noce per l’inferno!
La Chiesa, giustamente, chiede attenzione e richiama alla carità umana, specificando che quelle anime alla deriva sono UOMINI, essere umani… fratelli e sorelle di tutti e non un pericolo da evitare… mentre la Politica pretende attenzioni internazionali e fondi di assistenza… e le Organizzazioni Umanitarie sono sempre più viste come pericoli… e tra dire (e non fare), e il parlare (e non agire) ecco il risultato che abbiamo: “nel Mediterraneo, fossa comune più grande di tutta la terra, dal 2013 sono scomparse oltre 25mila persone e… giusto per restare aggiornati sui numeri, nel solo 2022 siamo già a 1400 morti per annegamento, sofferenze, patemi, malattia e… ipotermia!”
Non conosco rimedi e soluzioni per questo infinito esodo, ma ho il cuore nero di dolore a immaginare che in questo momento, mentre qualcuno è in balia di onde minacciose e freddo assassino, qualcuno è al caldo di un ufficio governativo e gioca a fare il duro o l’irreprensibile dimenticando che c’è in ballo la vita di poveri esseri umani… spersi sul mare!
Spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare.
Victor Hugo