ti penso e non lo sai!
Pubblicato da Gianfranco Iovino in BLOG di Gianfranco Iovino · Domenica 27 Set 2020
Un caro amico, con cui abbiamo trascorso anni spensierati, dell'infanzia e l'adolescenza, perso di vista per tanto tempo (circa 30 anni) all'inevitabile e logica mia richiesta di "scuse" per l'esserci "dimenticati" così irrimediabilmente, ipotizzando mille ragioni, scuse e motivi che ci hanno divisi: destini diversi, città lontane, lavori particolari ed impegli e impicci di vita quotidiana e familiare, che ci hanno impedito di curare gli affetti della gioventù, facendoci sempre rimandare tante cose, incluso i piaceri e i desideri che appartengono al nostro bisogno interiore di rivivere, attraverso il dialogo e la rievocazione di episodio del passato, i ricordi e le emozioni che farebbero un gran bene a mente e cuore, se ogni tanto le cercassimo di più... fosse anche solo partendo da un semplice, quanto inaspettato e meraviglioso: "ciao, come stai?...".
Mi ha sorpreso molto la reazione del mio caro amico "dimenticato", che dopo esserci raccontati un po', ci siamo salutati con la promessa di risentirci presto, ad ogni costo ed in ogni modo o forma! E lui lo ha fatto davvero, pochi giorni dopo, con una mail a cui ha allegato una poesia ed una sua nota: "per NOI che non sappiamo essere sinceri MAI con noi stessi, ed inventiamo scuse invece di ammettere e confidare che "il solo pensare non basta per cercarsi!"
La poesia ha per titolo "NON HO SMESSO DI PENSARTI" ed è a firma del poeta tedesco Charles Bukowski.
La riporto integralmente così da farvi apprezzare tutta la verità contenuta in poche rime, che vi possano aiutare a riflettere e, perché no, provare ad adottarla per ogni occasione, in cui non ci sono parole a giustificarci l'errore di esserci dimenticati di dire più spesso "CIAO"... a qualcuno lontano o che appartiene al nostro passato.
La dedico a chi mi legge, perché credo sia importante diffonderne la sua efficacia, con cui farsi forte contro la propria ipocrisia, nel momento esatto in cui proviamo ad aggrapparci ai vetri per giustificare assenze e silenzi, invece di ammettere che l'aver solo pensato a qualcuno (sia esso un amico di un tempo, un amore finito, una frequentazione smarrita o chissà cos'altro) non è la stessa cosa che averla cercarla per dirgli di persona, a voce, occhi negli occhi: "ti penso ancora... anche se non lo sai!"
Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma... non ti cerco